Sogno o realtà

Circa un anno fa, a quest’epoca, sono caduto con gli sci e sono precipitato per un centinaio di metri, rotolando senza riuscire a fermarmi, ma anzi prendendo sempre più velocità. Avevo pensato che fosse giunta la mia ora e mi sentivo pronto. Improvvisamente, anziché andare a sbattere contro una roccia, mi sono fermato. Anche se mi sono rialzato subito, per tutto il resto della giornata e in parte anche in quella successiva, ho continuato a provare una curiosa sensazione di cancellazione del confine tra sogno e realtà; una sensazione decisamente positiva ed esaltante e una rottura della dimensione spazio-tempo, in un certo modo, della ‘dura realtà”.

Mi sono annotato quanto provavo per poterlo analizzare successivamente: le sensazioni più vive facevano riferimento a qualcosa che non riuscivo a collocare nel tempo. Come se il mondo dei sogni stesse cercando di prendere il sopravvento sull’esperienza reale e documentabile. L’impressione era di aver vissuto qualcosa in una dimensione parallela e contemporanea.

Sicuramente ho subito un piccolo trauma cerebrale, ma questo trauma, che mi dava anche la sensazione di percepire più profondamente la realtà, era sintomo di qualcosa di difettoso, ossia la mia testa si comportava come un orologio rotto o mi trovavo sulla soglia di una diversa dimensione?

Il pensiero mi corre naturalmente a quello che accade sul confine tra vita e morte (o meglio non vita, nel senso della realtà quotidiana a cui siamo abituati).

Sono convinto che lo stato allucinato, momentaneo o permanente, sia alla base di tutte le esperienze religiose e mistiche (penso a San Paolo sulla via di Damasco o ai miracoli o ancora alla trasfigurazione Gesù sul monte Tabor). C’è anche uno stretto rapporto etimologico tra allucinazione e luce. Quando scopriamo qualche cosa di nuovo nelle cose che abbiamo sotto gli occhi, parliamo di vederle in una “luce diversa”. Nelle esperienze NDE (Near Death Experience), tutti testimoniano di essere entrati in una dimensione di luce.

È la nostra visione diurna ad agire come “fusibile di protezione ” , tenendoci ancorati alla “realtà “? Molte tra le migliori idee mi vengono quando sono ad occhi chiusi, in uno stato di dormiveglia. Ma anche i sapori li sentiamo meglio se chiudiamo gli occhi. Per concentrarci, spesso chiudiamo gli occhi e cerchiamo di mettere a tacere gli altri sensi, che prevalgono e ci disturbano. Quindi questa dimensione onirica non è di per sé meno affidabile rispetto ai nostri cinque sensi: forse è piuttosto un senso in più, il cosiddetto “sesto senso”.

È un po’ come se la nostra testa, a somiglianza di un computer, avesse delle impostazioni standard, quelle con cui viviamo la realtà quotidiana, e poi un menu di impostazioni avanzate, accessibili solamente in condizioni particolari, come quelle di un trauma o della morte.

“Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d’un sogno è raccolta la nostra breve vita” (W. Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I)

9 risposte a “Sogno o realtà”

  1. Ah !! Dimenticavo…… ovviamente se il mondo onirico da risposte non gradite al cervello razionale empirico pratico e utilitario risposte che non sono la media delle risposte viste nel passato … ci sono sempre gli psicofarmaci ….: :-). (Ironico…)

    1. Caro Pie’,
      osservazioni estremamente interessanti, anche perché provenienti da qualcuno che con i cervelli e relativi disturbi ci ha passato più di mezzo secolo…

      Immagino avrai sentito parlare di Robert Lanza e del biocentrismo. La sua ipotesi è che, mentre finora tutti si sono sforzati di capire come dalla materia potesse evolversi la mente (o lo spirito), possa essere invece la materia ad essersi evoluta dallo spirito.

  2. È un argomento interessante quello che hai affrontato Descrivi un quesito che ha interessato filosofi medici e religiosi da tempo. Quesito che potrei semplificare dicendo dove finisce il cervello e comincia la mente.
    Il cervello vive nel buio più completo. Se ne sta per lo più tranquillo galleggiando in un liquidino….. Eppure si è creato un mondo di immagini e rappresentazioni di quello che succede la fuori che gli permette di sopravvivere.
    Si crea regole, anticipa eventi, analizza causa ed effetto ecc : Potremmo di nuovo semplificare dicendo che si crea un mondo razionale. Tal volta nel dormiveglia che tu mi dici creativo per te, riaffiorano idee intuizioni e pensieri che non hai di giorno. Penso che il mondo razionale si affievolisca con le diminuzione della coscienza. . (Non per nulla la notte porta consiglio …) Di giorno poi la mente deve pensare come farti mettere i calzini e a che ora prendere il treno.
    Tutto va bene finché uno non prende il volo con gli sci o comincia a perdere la memoria o sviluppa una identità parallela o ha “a near death experience”cose che non corrispondono alle regole che il cervello ha seguito per 70 anni. Quindi la mente si crea immagini sensazioni emozioni che possano spiegare gli eventi che non fanno parte dell’esperienza passata ..può creare allucinazioni visive, stati d’animo e percezioni fisiche che non sono reali.
    Riaffiora alla coscienza un mondo onirico come lo chiamiamo noi perché non reale ma lo è per la mente che cerca di elaborare esperienze nuove imprevedibili e traumatiche… e sciistiche

    Poi penso ( ma questa è una impressione mia) in questo scambio di esperienze tra mente e cervello tra elaborazione subconscia e razionale (chiamiamola così) il concetto di morte è una variabile che esiste per il razionale ma non è un outcome possibile per mondo “onirico” che lavora dietro le quinte e che propone outcomes che a volte ( miracoli, visioni rivelazioni ecc) Ma questo è un altro discorso e lo lascio qui …

  3. Caro Piero,

    Che bella riflessione.

    Questa disinibizione della razionalità e della usuale comfort zone che accompagna questi eventi, near miss li chiamiamo, apre scenari fertili e arricchisce l’introspezione.

    Nella vita di tutti i giorni alcuni uomini, allenati e consapevoli, si avvicinano a questo stato utilizzando la meditazione.
    Questo dovrebbe essere il nostro strumento quotidiano, anche la tua esperienza ci invita a farlo

    Ti abbraccio

    1. È vero: probabilmente ho avuto accesso alle “impostazioni avanzate” per caso. Altre persone, più consapevoli, riescono a ottenere l’accesso da amministatore…

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