Pacifismo e moralità

Il pacifismo senza se e senza ma, ossia come pura volontà di pace, si arroga una ingiustificata, abusiva superiorità morale rispetto alle altre posizioni, quando vi vuole contrabbandare la pace usata come strumento, per la pace come finalità ultima.

Infatti questo pacifismo dà per scontato che lo strumento esclusivo per conseguire la pace sia l’offerta di pace in sé. Ma l’unico caso in cui l’offerta di pace tra due contendenti coincida automaticamente con la pace stessa è quello della resa incondizionata e unilaterale.

In caso diverso, è del tutto possibile che la finalità della pace sia meglio conseguibile o garantibile attraverso l’acquisizione di una posizione di forza nei confronti dell’avversario. Attraverso uno sforzo bellico superiore o attraverso l’acquisizione di maggiore deterrenza.

La cessazione delle ostilità tra due contendenti si verifica infatti quando la pace sia divenuta per entrambi l’opzione meno onerosa rispetto a ogni altra alternativa.

Pensare che le spese militari di uno stato siano uno spreco perché la volontà di pace sarebbe da sola sufficiente a garantire la pace è come pensare di abolire le spese per istruzione contando sulla possibilità di acquisire il sapere da soli o eliminare la polizia facendo affidamento sul buon comportamento di ciascuno.

Al contrario, le spese militari di un paese pacifico e democratico hanno la stessa dignità morale del pacifismo, in quanto possono costituire una garanzia contro le aggressioni esterne. La storia ha infatti sempre dimostrato che, con il venire meno della determinazione di un paese a provvedere alla propria difesa, si creano dei vuoti pericolosi che possono indurre altri contendenti a riempire. Chi si fa agnello, spesso induce altri a farsi lupo.

La scelta morale è sempre un momento di decisione, che si compie volta per volta, caso per caso. Nessuno parte avvantaggiato a priori, per il fatto di dichiararsi sempre dalla parte della pace. Chi si trova davanti a uno stupro e se ne sta zitto non è una persona pacifica, è un vigliacco.

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